Sugli NFT. Mettiamo le cose in chiaro.

Le implicazioni di un’innovazione fraintesa
Chi ritiene siano una bolla destinata a scoppiare, chi ne parla come l’innovazione più rivoluzionaria del secolo, improvvisamente ovunque si discute di NFT. Ma cerchiamo
di sfatare alcuni miti e di superare l’aspetto mediatico. Il mio obiettivo con questo articolo è offrire un’introduzione a questo vasto mondo, per chi è coinvolto professionalmente o è semplicemente interessato al settore.

Gli NFT esistono da tempo
Gli NFT non nascono nel 2021, quando Christie’s ha battuto la celeberrima opera di Beeple. Da ben prima della sua recente popolarità, questo particolare tipo di token aveva già trovato use-case in vari ambiti e generato grandi aspettative nelle menti degli addetti ai lavori. Proprio in Italia, per esempio, già all’inizio dell’anno scorso è stata proposta una piattaforma senza scopo di lucro, Italian Wonders – Le Bellezze Italiane, che aveva l’obiettivo di raccogliere fondi in favore dei comuni colpiti dalla pandemia attraverso la vendita di “non-fungible token” e sostenere il patrimonio italiano durante il periodo forzato di sospensione del turismo e delle attività culturali.

La caratteristica fondamentale degli NFT è proprio la non fungibilità (da qui il nome), ovvero il fatto che questi token hanno delle caratteristiche che li rendono unici, diversi gli uni dagli altri e quindi un bene in sé, non un mezzo di pagamento come le criptovalute.

Non solo arte
Non è un caso che gli NFT abbiano visto la più recente popolarità nel mondo dell’arte e della musica, in cui trovano un’applicazione chiaramente vincente. Qualsiasi nuova tecnologia ha un richiamo maggiore in quei settori dove le rivoluzioni scientifiche non avvengono da tempo. Il settore dell’arte è uno di questi e, nell’era di internet dove tutto è replicabile, le immagini e la musica vengono ottenute gratuitamente e replicate infinitamente, si sentiva la necessità di una innovazione che portasse scarsità anche nella dimensione digitale.

Grazie alla certificazione dell’unicità e dell’autenticità delle opere, il tracciamento della proprietà, la possibilità di monetizzare dalle vendite secondarie, quello dell’arte è stato un terreno fertile per l’innovazione e la sperimentazione. Ma la tecnologia non ha potenziale solo in questo contesto. Gli NFT stanno entrando anche nel mondo del Real Estate: si sta studiando, ed in alcuni casi applicando, la tokenizzazione immobiliare, ovvero la divisione di una proprietà in token che possono essere acquistati dagli investitori e rappresentano la proprietà di un terreno, di un edificio, ecc. e contengono la documentazione legale e le informazioni sulla proprietà esattamente come in un investimento immobiliare tradizionale.

Si sta studiando la loro applicazione in campo educativo con la possibilità di gestire micro-credenziali per rendere i percorsi di studio più flessibili, distribuiti, ed allo stesso tempo più comparabili, in modo da permettere l’accettazione delle credenziali scolastiche ed accademiche a livello internazionale. Nel settore dell’educazione si sta analizzando l’uso degli NFT per una migliore gestione dei materiali didattici, ecc.

Grandi potenzialità sono quelle legate al loro uso nel gaming. Dove i giocatori possono bloccare accessori speciali per i loro personaggi o oggetti di gioco. Si diffonderanno dunque oltre al mondo di arte e collezionismo? Penso di sì, non bisogna necessariamente essere collezionisti o artisti per avere interesse a capire di più degli NFT perché sono un buon metodo per trasferire valore e diritti, aumentando il tasso di libertà e di decentralizzazione delle tecnologie.

Qualsiasi nuova tecnologia ha un richiamo maggiore in quei settori dove le rivoluzioni scientifiche non avvengono da tempo

Non tutti gli NFT sono inquinanti
Molti detrattori degli NFT, e della blockchain in generale, fanno riferimento ai costi ambientali. Nonostante ci siano altre applicazioni ed industrie decisamente più inquinanti, è giusto che ci si interroghi sui costi/benefici legati all’uso di questa tecnologia. Alcune blockchain utilizzate, è vero, sono basate su dei meccanismi che richiedono calcoli che consumano quantità sbalorditive di energia, e lo fanno by design, perché è necessario per mantenere sicuro il sistema. Tuttavia, esistono protocolli di Terza Generazione, come mi piace definirli, che garantiscono sicurezza, decentralizzazione, e trasparenza, assicurando anche velocità e un basso impatto ambientale. Un esempio è Algorand (blockchain ideata da Silvio Micali, italiano vincitore del premio Turing), protocollo carbon-negative che ha ottenuto la fiducia di SIAE.

Esistono piattaforme che si basano su questa blockchain, in Italia, per esempio, tornando al campo di applicazione dell’arte e della musica, è stata lanciata MUSA_NFT: una piattaforma emergente, che esiste da poche settimane, ma che sta già raccogliendo interesse da parte del pubblico e diversi brand. Attualmente, queste piattaforme più sostenibili non hanno il volume delle loro controparti tradizionali (cioè le piattaforme basate su Ethereum). Tuttavia, si spera che più artisti migrino verso alternative sostenibili, incoraggiando sempre più investitori e collezionisti a fare altrettanto.

Non sono solo una bolla
Come ogni altro nuovo fenomeno non compreso dal grande pubblico, gli NFT sono già stati etichettati come una bolla, che sarebbe pronta per scoppiare. Anzi, secondo alcuni starebbe già scoppiando. Eppure, nonostante un calo nell’interesse quest’estate, gli NFT continuano a riscuotere successo, la tecnologia non si ferma e sta accumulando casi d’uso in vari settori. Il modo in cui i grandi player stanno integrando gli NFT mi fa credere che non siano solo speculazione e certamente non una bolla, ma la nostra nuova realtà. Una realtà più democratica, più decentralizzata, più trasparente, più inclusiva grazie alla blockchain.

About Author /

Founder Blockchain / Forum Italia

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Start typing and press Enter to search