Industria 5.0
Stato dell’arte & Scenario futuro
Focus principale è l’uomo, che torna al centro del mondo in un nuovo Rinascimento
Stato dell’arte
Non sono ancora del tutto chiari i tempi di ripresa né le ripercussioni economiche e sociali che questa crisi sanitaria porterà. Certo è che mancano all’appello non meno di 500.000 posti di lavoro e si assiste ad un calo del PIL che si attesta intorno al 10% (valori stimati a fine 2020). In particolare, se osserviamo il mercato digitale in Italia (Il Digitale in Italia vol2, Confindustria Digitale & Anitec-Assinform, novembre 2020) nel primo semestre del 2020 e lo confrontiamo con quello dei due anni precedenti notiamo che l’unico segmento che mantiene una pur moderata crescita del +2,6% (a fronte di una crescita del +8,1 % nel 2019) è quello dei Contenuti e della Pubblicità digitale: tutti gli altri hanno valori negativi. Nonostante questo disastroso andamento, c’è stata una forte accelerazione dell’utilizzo del digitale in Italia sia per la gestione delle criticità dovute all’emergenza sanitaria che per assicurare il funzionamento delle aziende pubbliche e private. Con un deciso incremento, i Digital Enabler (tranne l’IoT) sono cresciuti in misura sostenuta durante il primo semestre del 2020: in prima battuta il Cloud Computing e l’Artificial Intelligence, ma anche i Big Data e la Cybersecurity.
La nuova Rivoluzione Industriale 5.0
In quest’ottica, il paradigma della quarta rivoluzione industriale, mutuato dalla Germania nel lontano 2011, dopo aver puntato sull’utilizzo dell’elettronica e dell’informatica per l’automazione della produzione, focalizza l’attenzione sulla connessione tra sistemi fisici e digitali e l’analisi complessa di grandi quantità di dati per l’estrazione di conoscenza e di valore in soft real-time. Le tecnologie abilitanti, indicate dal Ministero dello Sviluppo Economico e sulla scorta del report effettuato dallo studio di consulenza manageriale Boston Consulting, sono basate principalmente su: Internet of Things, Intelligenza Artificiale, BigData e Robot collaborativi.
Ad oggi, sulla base di Industria 4.0, il nuovo paradigma di Industria 5.0 (Report “Industria 5.0”, gennaio 2021) sviluppa ulteriormente i temi dell’intelligenza artificiale e della robotica, ma in un’ottica di aumento della sostenibilità e della resilienza della produzione, in modo da implementare una tecnologia che sia dalla parte del lavoratore. Focus principale è infatti l’uomo, che torna al centro del mondo in un nuovo Rinascimento, superando l’idea di un’ulteriore automazione legata esclusivamente a logiche di profitto.
La caratteristica umano-centrica della nuova rivoluzione si esplica anche in un’attenzione al benessere fisico e mentale del lavoratore che, tramite sistemi di comunicazione integrata, ne permette ad esempio la gestione dell’attività giornaliera (dalla sicurezza della struttura, alla presenza di ospiti esterni fino ai rapporti con il reparto di Human Capital), e la sua interazione con l’ambiente: sia in relazione all’illuminazione che ai livelli termo-igrometrici, financo alle problematiche posturali).
La spiccata attenzione all’uomo, caratteristica dell’industria 5.0, vedrà lo sviluppo dei robot collaborativi pensati per collaborare e non sostituire l’uomo, svolgendo tutti quei lavori che sono ripetitivi, sporchi e pericolosi. In questa direzione si svilupperanno ulteriormente, fra gli altri, i sistemi di visione artificiale e di localizzazione indoor.
Converge in questa direzione la Comunità Europea, che focalizza l’attenzione sulla trasformazione digitale intesa come uno sviluppo necessario per il Mercato Unico Europeo. Infatti oltre i fondi per la digitalizzazione messi a disposizione tramite “Next Generation EU”, la strategia digitale dell’Europa passa attraverso il programma Digital Europe 2021-2027. Inoltre la digitalizzazione è un obiettivo prioritario nella programmazione di Horizon Europe ed è al centro dell’interesse per quanto riguarda la Cybersecurity, tramite l’ENISA.
Scenario futuro
Fra i vari scenari ipotizzati dai principali attori del mercato italiano e mondiale, quello che sembra essere più probabile prevede un miglioramento generale del mercato digitale (Il Digitale in Italia vol2).
In particolare i Digital Enabler più volte citati (Cloud Computing, Artificial Intelligence, Big Data & Analytics e Industrial IoT) continueranno a crescere, mantenendo la loro funzione trasversale determinante per lo sviluppo del mercato digitale.
In definitiva, nonostante il profondo e repentino mutamento ci abbia fatto rendere conto di quanto siamo carenti nella gestione della catena di valore digitale, sia che si tratti della Pubblica Amministrazione che delle imprese private, la trasformazione digitale anche adesso ci spinge in direzione di un cambiamento che non traduce solo l’elemento fisico in digitale, ma soprattutto i processi e i modelli operativi del nostro modo di pensare l’industria e la nostra stessa relazione con il mondo che ci circonda. Per uscire dalla crisi economica, però, non sarà sufficiente affidarsi soltanto alla tecnologia ma all’uomo e a quelle skill di problem solving, spirito critico e creatività che ad oggi sono fra le più ricercate.