Il digitale applicato alla Pedagogia.

Che cosa si intende per digitalizzazione a livello aziendale, si è davvero pronti a guidare le persone attraverso il mondo del digital e i suoi veloci cambiamenti?

Dal 2020 a oggi le persone hanno modificato enormemente le proprie abitudini per potersi adattare alla nuova vita dominata da un virus che oggi tutti conosciamo bene: il Covid. Questa fase è stata importante per velocizzare la digitalizzazione, all’interno delle aziende, ma anche nella vita quotidiana di giovani e adulti. Un anno che ha visto gli italiani passare molto più tempo fra le mura domestiche. Oltre a fattori dovuti all’emergenza sanitaria come lockdown, restrizioni e divieti di assembramenti, il 2020 ha incrementato il tempo che le persone trascorrono nel mondo digitale.

I ragazzi e i bambini non sono stati esenti dal cambiamento e sono parte integrante di un processo evolutivo verso la digitalizzazione, a cominciare dalle lezioni tenute online, per arrivare a un mondo non fisico che ha permesso la socialità in un momento dove anche i più giovani erano confinati tra le mura domestiche e privati della parte esperenziale classica.

Prendiamo ad esempio il Social per eccellenza degli ultimi anni: TikTok, secondo ComScore (società di misurazione e analytics con sede negli Stati Uniti, presente anche in Italia) è in crescita del 464% rispetto a luglio 2019, con una media per visitatore pari a 13 minuti al giorno. La maggior parte degli utenti sono giovani e giovanissimi e ne rappresentano, il 48% di tutti gli utenti.

Questa è la riflessione preliminare da cui partire e che richiede un’indagine ampia e necessaria al fine di individuare delle strade, come primo spunto e stimolo per avviare e tener viva la discussione su questo tema, che per tante ragioni si fa spinoso.

Immaginare il digitale non solo come un ambiente a cui ricorrere quando la presenza fisica non sia possibile, ma un ambito di ricerca affascinante che non può sfuggire ad alcune domande che vanno a toccare il cuore dell’educazione e dell’identità dell’educatore. Per questo occorre chiedersi: l’educatore del futuro è pronto e ha preso coscienza di questo mezzo? Quali sono i punti salienti di un’educazione digitale?

Sicuramente promuovere nei bambini e nei ragazzi lo sviluppo di un comportamento corretto dell’uso del digitale. Questo significa prestare attenzione, cura, capire che si tratta di uno strumento e bisogna conoscerlo bene per poterlo gestire come tale.

Prestiamo attenzione affinché il primo approccio della persona alla nuova realtà sia serena e possibilmente guidata. Facciamo attenzione alla quantità e soprattutto alla qualità, e alla sicurezza.

Bisogna assicurarci che i giovani ma anche gli adulti acquisiscano consapevolezza e non diventino dipendenti dagli strumenti digitali. La Cyber-Relational Addiction è il termine che cataloga le dipendenze riconosciute dal dsm-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali).

… un eccessivo uso del mezzo può portare allo sviluppo di sintomi che vanno riconosciuti e evitati: difficoltà di concentrazione, distrazione e perdita di attenzione, rischio di sovrappeso dovuto al fatto che il soggetto si rifugia nel mezzo e non lo utilizza come tale, passando le sue giornate senza altri metodi di interazione.

Infatti, un eccessivo uso del mezzo può portare allo sviluppo di sintomi che vanno riconosciuti e evitati: difficoltà di concentrazione, distrazione e perdita di attenzione, rischio di sovrappeso dovuto al fatto che il soggetto si rifugia nel mezzo e non lo utilizza come tale, passando le sue giornate senza altri metodi di interazione. Un altro campanello di allarme che è bene conoscere è l’isolamento fisico e allontanamento da amici, coetanei, gruppi di lavoro, con conseguente difficoltà nello sviluppo delle abilità sociali e delle competenze relazionali; anche in questo caso è fondamentale che il pedagogista dia gli strumenti per evitare questo genere di situazione altamente pericolosa. Inoltre, nel caso specifico del minore, è fondamentale un controllo accurato che eviti l’esposizione a contenuti assolutamente non adatti e che potrebbero creare traumi o disagi.

Il compito dell’educatore del futuro è far comprendere che la tecnologia è utile quando offre la possibilità di apprendimento e genera qualità

Il compito dell’educatore del futuro è far comprendere che la tecnologia è utile quando offre la possibilità di apprendimento e genera qualità, ma può diventare pericolosa quando non è controllata e ostacola uno sviluppo sereno e sicuro della persona invece di favorirlo. Per questo bisognerà insegnare l’utilizzo dello strumento come mezzo.

Inoltre, l’educatore deve stimolare le persone (minori e non) ad un rapporto consapevole, personale e sano con il digitale. Tenendo a mente che si tratta di uno strumento che può creare dipendenza e isolare invece di includere. Per questo motivo è fondamentale una preparazione e una conoscenza del mondo del digital da parte del mondo degli educatori.

Inoltre, in ambito Pedagogico è necessario un adattamento ma allo stesso tempo porsi delle domande costruttive: è possibile educare a distanza?

Anche in questo caso è necessario fare un passo indietro, possiamo educare a distanza, ma alla base bisogna far comprendere ancora una volta l’utilità del mezzo, che mai in nessun caso può sostituirsi al contatto e allo scambio nel mondo reale. Questo ci riporta al punto saliente: educare a un uso realmente consapevole.

Quali costrutti pedagogici ci possono orientare per quali aree della relazione umana ed educativa è possibile sviluppare un’educazione a distanza e mediata dal digitale?

Quali dimensioni della persona possono essere educate grazie agli strumenti e comunicazione digitali?

Quali nuove competenze per l’educatore digitale del futuro?

Abbiamo davvero i mezzi per permettere ai giovani di vivere il mondo digitale senza pericoli, è compito del pedagogista costruire un sentiero sicuro che possa permettere a sé stesso e alla persona supportata di vivere al meglio il mondo digitale, assolutamente fondamentale nel nostro tempo.

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Educatore professionale

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