Fundraising: cos’è e come nasce. Tutti i modi per fare fundraising.
Il fundraising nasce in Europa, ma inizia a svilupparsi maggiormente negli Stati Uniti in particolare grazie a Henry Rosso, conosciuto come fondatore della prima scuola al mondo di fundraising che descrive tale attività come “l’arte di insegnare alle persone la gioia di donare”.
Il termine fundraising può essere tradotto con l’espressione italiana di “raccolta fondi”. Si tratta infatti di un’azione volta proprio a raccogliere denaro e beni di vario tipo per sostenere o finanziare la propria attività e/o progetto.
Ad oggi il fundraising rappresenta un’attività fondamentale per le organizzazioni e soprattutto per le startup in cerca di finanziamenti, questo perché offre una serie di diversi vantaggi: primo fra tutti, consente di ottenere appunto importante somme di denaro, che spesso nella vita iniziale di una società sono quasi del tutto assenti. Tra gli altri vantaggi abbiamo sicuramente quello di avere una maggiore visibilità sul mercato, sfruttare le competenze, le conoscenze e il network dei nuovi investitori. Certamente utile è affidarsi a professionisti del settore, che sono a conoscenza delle migliori strategie per raccogliere fondi.
In linea generale non esiste un metodo migliore in assoluto di fundraising: bisogna sempre effettuare una scelta rispetto a quelli che sono i propri obiettivi e valutando alcuni fattori principali di ogni singola azienda. Risulta infatti importante anzitutto analizzare che tipo di attività si svolge, qual è il proprio target e soprattutto il tempo, questo è, infatti, un fattore essenziale. Una volta compresa quale tipologia di fundraising sia più adatta alla propria attività bisogna agire in maniera organizzata, vale a dire che è importante conoscere già a priori i successivi passi da percorrere. Innanzitutto è bene adottare alcune strategie per assicurarsi che, una volta reperiti, i fondi realizzino i fini utili all’azienda. È necessario individuare il periodo di inizio e di fine della raccolta, capire quali saranno i possibili ritorni economici per i sostenitori e soprattutto come verranno utilizzati i fondi raccolti.
Altrettanto importante poi è scegliere i giusti canali di comunicazione per il proprio progetto, ovverosia comprendere se sia meglio agire tramite i social o campagne di advertising specifiche ecc. Inoltre, è opportuna la creazione di un pitch che consiste in una sorta di presentazione aziendale che serve a convincere i potenziali sostenitori della validità del progetto e, quindi, riuscire a raccogliere fondi.
Fundraising: Quali sono i metodi più gettonati
Il bootstrapping è in assoluto il modo più semplice e veloce di fare fundraising per una startup. Questo metodo permette di autofinanziare il proprio progetto ricorrendo solo e unicamente ai propri risparmi, ma è scontato dire che, per una startup alle prime fasi, non è del tutto semplice contare solo sulle proprie forze. Ecco perché il bootstrapping è il metodo meno soddisfacente.
Fundraising tramite gli investitori
In questa situazione abbiamo l’intervento degli Angel Investors o Business Angels che sono per l’appunto degli investitori professionali disposti a rischiare un capitale più alto per ottenere rendimenti più elevati. Trovare un Business Angel rappresenta un punto di svolta perché non solo farà la differenza per la campagna di fundraising ma rappresenterà un solido sostegno per la crescita della startup perché sarà un sostenitore in termini di capitale ma anche in termini di conoscenze ed esperienze. Queste figure aiutano lo sviluppo delle aziende fino anche a farle divenire dei player internazionali nel loro settore. Resta il fatto che per far sì che un Business Angel investa nella startup è utile, se non dire necessario, elaborare un Elevator Pitch in grado di esprimere le potenzialità del progetto e renderlo interessante agli occhi dell’investitore.
Abbiamo poi il Venture capital: in questo caso è importante cominciare da quella che è la differenza tra Business Angels e Venture Capital. I primi, infatti, sono persone singole che possono riunirsi in club, mentre i secondi raccolgono denaro da privati e da fondi istituzionali.
Il Venture Capital (VC) si occupa di investimento early-stage,
che consiste nell’insieme dei finanziamenti a sostegno di imprese innovative ad alto potenziale di crescita nei primi stadi della loro vita, e di expansion financing, ovvero quella serie di interventi effettuati in imprese già esistenti che necessitano di capitale per consolidare e accelerare la crescita della propria attività. L’attività di VC viene effettuata prevalentemente da investitori istituzionali, che hanno l’obiettivo di ottenere un guadagno dalla vendita della partecipazione acquisita o dalla quotazione in borsa. È particolarmente vantaggioso per una startup poiché, oltre all’apporto di capitale di rischio, realizza una serie di attività interamente legate al pieno sviluppo del progetto imprenditoriale. Infatti, risulta fondamentale per la crescita della startup anche un apporto professionale da parte di chi investe nella società stessa.
Il Fundraising può avvenire anche tramite gli Istituti bancari ed è in genere la prima opzione che una startup prende in considerazione. Infatti, quasi tutte le banche offrono programmi rivolti a startup e PMI, ma è necessario presentare una determinata documentazione per poter procedere con un finanziamento. Ciò potrebbe rappresentare una difficoltà per la startup, soprattutto se si è all’inizio della propria capacità imprenditoriale, in quanto è necessario preparare la documentazione adeguata necessaria per ricevere il prestito, tra cui un Business plan, la partita IVA, l’atto di costituzione, l’iscrizione al Registro delle Imprese ecc. Inoltre, affinché la richiesta di prestito vada a buon fine, bisogna rispettare molti altri requisiti. Tra questi, figurano l’essere titolari di un reddito dimostrabile e il disporre di una qualsiasi forma di garanzia, proporzionale all’importo richiesto.
Tra le attività più ambite di fundraising abbiamo poi la Finanza agevolata: si tratta dell’insieme di finanziamenti destinati alle società tramite bandi, con l’obiettivo di favorirne lo sviluppo, a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle di mercato. In particolare, questi strumenti finanziari vengono erogati da istituzioni comunitarie, nazionali e regionali, per sostenere le società in un percorso di investimenti e di espansione d’impresa. Questo tipo di finanza si deve necessariamente affiancare a quella ordinaria, che prevede la pianificazione costante degli investimenti, andando ad integrarla. Infatti, le agevolazioni finanziarie pubbliche prevedono sempre lo sviluppo di un piano di investimenti che il beneficiario deve essere in grado di sostenere, almeno in parte, autonomamente, tramite una quota di cofinanziamento.
Infine, vi è l’opzione del Crowdfunding che, negli ultimi tempi, sta particolarmente spopolando nel mondo startup e questo perché è uno dei mezzi che permette di fare fundraising in modo semplice, ricevendo investimenti da più persone contemporaneamente, tramite una delle tante piattaforme online. La forza del crowdfunding, infatti, è che, senza escludere investitori professionali, apre il mondo degli investimenti anche a chi non è un esperto del settore, investendo piccole somme in progetti dalle alte potenzialità. Per iniziare una campagna di crowdfunding di successo è necessario però avere a disposizione un buon Business Plan e Financial Plan.